Angelo Mastrillo
Segretario della Conferenza Nazionale Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie e Coordinatore Tecnico del Corso di Laurea in Tecniche di Neurofisiopatologia, Università di Bologna
Sono in lieve calo le domande di ammissione ai 22 corsi di laurea
delle professioni sanitarie (-1,9%) fra le 86.709 dello scorso anno
e le attuali 85.095, mentre l’anno precedente si era rilevata una
quasi parità.
Al contrario, continuano a crescere le domande per i Corsi di
laurea magistrale a ciclo unico di Medicina e Chirurgia e di Odontoiatria:
da 81.886 a 88-680 con +8,3%, mentre era stato del +2,0%
del 2016 e del -12,3% nel 2015.
E’ quanto emerge dai dati (Tabb. 1 e 2) rilevati dalla Conferenza
nazionale dei Corsi di Laurea delle Professioni sanitarie, presieduta
da Luisa Saiani, grazie alla collaborazione delle Università sedi di
Facoltà / Scuole di Medicina e Chirurgia.
Si rileva una riduzione dei fabbisogni da parte di quasi tutte le
Regioni con -1.706 (-6,6%) fra i 25.939 dello scorso anno e gli attuali
24.233 (Tabb. 7 e 8). Collegi e Associazioni Professionali propongono
un fabbisogno di 29.282 posti 1.412 in meno rispetto allo
scorso anno (–4,6%). Invariato invece il potenziale formativo offerto
dagli Atenei al Ministero dell’Università con 26.811 posti (Tab. 9).
Ripartizione dei posti per Università e profili
Per definire la ripartizione dei posti il Ministero dell’Università
(MIUR) ha riattivato il 1°giugno 2017 l’apposito "tavolo tecnico”, con
12 membri in rappresentanza di: Ministero dell’Università (MIUR),
Ministero della Salute, Regioni, Conferenza dei Rettori (CRUI),
Conferenza dei Presidi di Medicina e Chirurgia, Presidenti delle
Scuole / Facoltà di Medicina, di Odontoiatria e Veterinaria, Agenzia
valutazione del sistema Universitario e Ricerca (ANVUR), Consiglio
Universitario Nazionale (CUN), Osservatorio Professioni Sanitarie
del MIUR, Ordini dei Medici ed Odontoiatri (FNOMCEO).
Per le professioni sanitarie l’offerta formativa è stata ridotta da
25.205 a 24.069 posti, con una calo del -4,5% che è superiore al -
1.9% delle domande presentate. Questo comporta un lieve incremento
del rapporto domande su posto (D/P) da 3,4 a 3,5.
Analogamente alle riduzioni sulle Professioni Sanitarie, anche per
Medicina e Chirurgia l’offerta formativa è stata ridotta da 9.224 a
9.100 (-1,3%), mentre sono stati assegnati gli stessi posti dello
scorso anno a Odontoiatria (908) e a Veterinaria (655).
Per le lauree triennali, la ripartizione dei posti e delle domande
per ognuno dei 22 Profili e delle 41 Università è riportata in Tab. 2,
con i totali in Tab. 1 per Università.
Ogni Ateneo ha attivato in media 10 corsi di laurea delle professioni
sanitarie, l’unica Università ad attivare tutti i 22 corsi è Milano
Statale, seguono Roma Sapienza con 21 corsi, Roma Tor Vergata
con 19, Torino 17, Genova, Padova, Napoli Federico II e Bari con
16, Pavia 15, Bologna 14 e Pisa e Roma Cattolica con 13.
Quindi con 12 corsi Firenze, Chieti, Napoli Vanvitelli, Messina e
Palermo; a seguire con 11 Brescia, Ferrara, Modena, Siena,
L’Aquila e Catania; con 10 corsi Verona e Ancona, 9 Parma e Cagliari,
8 Catanzaro. Seguono con 7 corsi Milano Bicocca, Trieste e
Perugia, con 6 Varese, con 5 Novara-Vercelli, Udine e Foggia, con
4 Salerno e Sassari, con 3 Milano S. Raffaele e con 2 corsi Milano
Humanitas, Roma Campus e Campobasso.
Resta ancora stabile, come negli ultimi 6 anni, dal 2011, il rapporto
percentuale nella ripartizione dei posti fra Lauree triennali e
Magistrali a ciclo unico con il 71% alle Professioni sanitarie, il 27%
a Medicina e Chirurgia e il 2% a Odontoiatria (Tab. 3b).
Dall’anno 2015 è comunque in progressiva riduzione l’assegnazione
dei posti sia per i corsi di laurea delle Professioni Sanitarie,
che sono scese da 25.205 dello scorso anno agli attuali 24.061
(-4,5%), che per il corso di laurea a ciclo unico in Medicina e Chirurgia,
seppure minore, da 9.224 a 9.100 (-1,3%).
Sospensioni e riattivazioni di corsi
Il numero di corsi di laurea per le professioni sanitarie è stabile
(429) in quanto sono stati sospesi 14 corsi ma contestualmente attivati
ex novo altri 14.
Le 8 Università che hanno sospeso o disattivato i corsi sono
Genova (Educatore professionale, Tecnico Audioprotesista e Assistente
sanitario),Novara (Infermiere Pediatrico e Ostetrica), Varese
(Tecnico di Laboratorio e Tecnico di Radiologia), Roma Cattolica
(Tecnico di Fisiopatologia Cardiovascolare), L’Aquila (Terapista
Occupazionale) e Bari (Tecnico di Fisiopatologia Cardiocircolatoria).
Le Università che hanno riattivato o attivato ex novo alcuni corsi
sono: Roma Cattolica (Tecnico Audioprotesista, Igienista Dentale
sia a Roma che a Bolzano), Napoli Vanvitelli (Tecnico della Prevenzione)
e Sassari (Ostetricia).
L’Università di Catanzaro compensa sospensioni con riattivazioni:
sospende i corsi di Ortottista, Tecnico di Fisiopatologia Cardiocircolatoria
e Tecnico di Neurofisiopatologia, che bilancia con 4 riattivazioni:
Infermiere pediatrico, Tecnico di Laboratorio, Dietista e
Tecnico della Prevenzione. Così pure l’Università di Cagliari attiva
Logopedista, Igienista Dentale e Tecnico della Prevenzione, e riattiva
Educatore professionale, in alternanza annuale con Tecnico
della Riabilitazione psichiatrica.
Altre riattivazioni a ciclo triennale sono quelle dell’Università Cattolica
sulla sede staccata di Bolzano su cui riaprono i 4 Corsi per
Dietista, Igienista Dentale, Ortottista e Terapista Occupazionale,
che sostituiscono le 3 sospensioni per Logopedista, Tecnico di Laboratorio
e Tecnico di Radiologia.
La stessa Università Cattolica ha sospeso per Tecnico di Radiologia
la sede distaccata di Potenza, a causa della riduzione dei posti
assegnati dal MIUR. Analoga sospensione, e per la stessa ragione,
riguarda il CdS Tecnico della Prevenzione da parte
dell’Università di Padova sulla sede distaccata di Feltre.
Le Università di Trieste e Udine attivano/riattivano ad anni alterni
i corsi di Ostetricia, Tecnico di Laboratorio, Tecnico di Radiologia e
Tecnico della Prevenzione.
Inoltre l’Università di Palermo riattiva Dietista e Igienista Dentale.
Prosegue quindi per Igienista dentale l’aumento dei corsi con i 2
nuovi su Palermo e Cagliari. L’incremento potrebbe essere motivato
dalla buona occupabilità di questa professione (tasso occupazionale
87% stabile a 1 anno dalla laurea, AlmaLaurea).
Infine, si segnala la mancata attivazione del CdS di Dietistica da
parte dell’Università del Molise, con 8 posti assegnati dal MIUR,
anche se lo stesso Ateneo aveva comunicato la propria rinuncia.
Distribuzione posti programmati per Professione
La riduzione di 1.144 posti programmati per i CdL delle professioni
sanitarie rispetto ai 25.205 dello scorso anno (-4,5%) riguarda
quasi tutte le 22 professioni (Tab. 8).
Si registra solo un lieve aumento per i CdS di Audioprotesista da
306 a 319 (+4,2%). Restano stabili i posti per i corsi di Dietista,
Igienista dentale, Tecnico Audiometrista, Tecnico della Prevenzione
e Tecnico Ortopedico. Le riduzioni sono più significative per i
CdS di Infermiere pediatrico da 283 a 198 (-30%), Tecnico di Fisiopatologia
Cardiocircolatoria da 185 a 150 (-19%) e Tecnico di Neurofisiopatologia
da 136 a 110 (-19%).
La riduzione compresa in un range fra il -10% e il -5% coinvolge i
CdS di Ostetricia da 763 a 690 (-9,6%), Fisioterapista da 2.172 a
2.020 (-7%), Tecnico di Laboratorio da 800 a 740 ( -7,5%) e Tecnico
di Radiologia da 800 a 750 (-6,3%).
Per i corsi di laurea di Infermieristica i posti programmati passano
da 14.958 a 14.450, con 508 posti in meno, pari al -3,4%
La Federazione IPASVI aveva richiesto 18.516 posti, le Regioni
14.155 e le Università hanno espresso un’offerta formativa di
14.693 (Tab. 7A).
Su tali proposte è stato effettuato in sede di definizione dei posti
un taglio lineare del -1,7% (Tabb. 8A, 11 e 12).
Distribuzione posti programmati per Regioni
Nonostante ci sia stata una riduzione complessiva di posti programmati
per i corsi di laurea delle professioni sanitarie ( -4,5%), in
5 Regioni si è registrato un aumento rispetto all’anno precedente, in
particolare la Regione Calabria passa da 395 a 567 (+44%), e in
proporzioni minori, l’ Abruzzo da 807 a 839 (+4%), la Sardegna da
499 a 507 (+1,6%) e la Sicilia da 1.119 a 1.121, il Lazio da 5016 a
5.055 (+0,8%). Tra le Regioni in cui c’è stata una riduzione, va segnalata
la Lombardia con -266 posti (-7,1%) (da 3.732 a 3.466),
nonostante avesse richiesto come le categorie 4.880.
Una situazione più favorevole si è verificata con le Università
della Regione Lazio in cui, a fronte di una bassa richiesta di posti
della Regione (2.633,- 26% rispetto l’anno precedente), sono stati
assegnati 5.055 posti (ovvero + 92%) (Tabb. 7B e.8B).
Tale scelta risulta difficilmente comprensibile se si considera la
densità di popolazione della Lombardia che ha 10 milioni di abitanti
e che è quasi il doppio della popolazione della Regione Lazio, inoltre
con il tasso occupazionale rilevato da AlmaLaurea a un anno
dal conseguimento della Laurea che vede le Università della Lombardia
con l’ 84% e quelle del Lazio al 62%.
Per concludere, il fabbisogno totale espresso dalle Regioni è
sceso da 25.995 dello scorso anno a 24.233, con -1.762, pari al -6,8%.
La riduzione deriva soprattutto dalle Regioni Lazio (da 3.546 a
2.633) con -913 (-26%), e Abruzzo (da 870 dello scorso anno a
288) con -582 (-53%). Sono le stesse Regioni a cui il MIUR ha aumentato
i posti assegnati: Lazio da 5.016 a 5.055 e Abruzzo da 807
a 839.
Distribuzione posti per Università
Per quanto riguarda il numero dei posti (Tab. 1), solo in 5 Università
è superiore a 1.000: Roma Sapienza con 3.323, Roma Tor Vergata
1.286 Milano 1.280, Padova 1.209 e Torino 1.080.
Le seguenti Università invece hanno avuto un’assegnazione di
posti inferiore a 1.000: Verona 837, Bologna 824, Bari 818, Firenze
e Napoli Vanvitelli 803. Al di sotto di 800 posti Roma Cattolica 759,
Napoli Federico II 738, Roma Cattolica 780, Brescia 691, Genova
572, Catanzaro 567, Ancona 531, Chieti 517, Pisa 483, Messina
471, Ferrara 433, Pavia 431, Milano Bicocca 427, Perugia 422,
Modena 409, Novara 408 e Parma 399. Seguono quindi tutte le altre
sotto 350, Palermo 347, Cagliari 329, Siena 324, L’Aquila 322,
Catania 303, Varese 298, Udine 239, Salerno 219, Trieste 206,
Sassari 178, Milano S. Raffaele 130, Milano Humanitas 124 e infine
Campobasso con 87 posti e Roma Campus 86.
Distribuzione posti per Profili
La ripartizione dei posti per Profili (Tab. 3 e 4) vede il maggiore
numero di corsi e di sedi per il CdL di Infermiere con 41 corsi su
206 sedi per 14.450 posti, poi Fisioterapista con 39 su 83 per 2.020
posti, Tecnico di Radiologia con 35 corsi su 52 sedi e 750 posti,
Tecnico di Laboratorio con 33 su 45 e 740 posti e Ostetrica con 33
su 48 e 690 posti. Queste rappresentano le 5 professioni presenti
in quasi tutte le Università. Seguono Igienista Dentale con 28 corsi
su 32 sedi e 641 posti, Tecnico della Prevenzione con 28 corsi su
30 sedi e 600 posti, Logopedista con 27 corsi su 35 sedi e 720 posti
e Dietista con 24 corsi su 24 sedi per 347 posti. Sotto i 20 corsi
tutte le altre professioni: con 18 corsi Ortottista per 217 posti, con
17 Tecnico della Riabilitazione psichiatrica su 329 posti, con 13
Educatore professionale su 664. Quindi, con 12 corsi Terapista della
neuropsimotricità su 315 posti, Tecnico Audioprotesista su 319
posti e Tecnico di Fisiopatologia Cardiocircolatoria su 150 posti,
seguiti da Tecnico di Neurofisiopatologia con 11 corsi su 110 posti.
Infine, al di sotto di 10 corsi, Infermiere pediatrico con 9 su 198 posti
e Tecnico Ortopedico su 140 posti, fino ai minimi di 7 corsi per
Terapista Occupazionale con 203 posti, 6 corsi per Podologo con
105 posti e 5 per Tecnico Audiometrista, che con i 60 posti si conferma
anche il più basso numero di posti.
Situazione occupazionale
Inversione di tendenza per l’occupazione perchè in lieve ripresa,
come evidenziato dal XII rapporto annuale del Consorzio di
AlmaLaurea pubblicato a maggio 2017 rispetto ai Laureati del
2015, sull’insieme delle varie aree disciplinari (Tab. 5 e 6). Da questa
fonte si rileva che su circa 16 mila laureati nel 2015 delle professioni
sanitarie si è avuto un incremento del tasso occupazionale
di 3,3 punti, (66,7% rispetto al 63,4% dello scorso), trend già in
aumento del 2,2% sull’anno precedente. Tuttavia va evidenziato
che rispetto al 2007, in cui il tasso di occupazione dei laureati delle
professioni sanitarie era dell’86,9%, negli ultimi 9 anni si è ridimensionato
e assestato sul 66,7%.
Nonostante questo nel confronto con i laureati delle altre aree
disciplinari i laureati delle professioni sanitarie si collocano al primo
posto per opportunità di occupazione.
All’interno delle 22 professioni sanitarie i dati del 2015 (Tab. 6),
confermano l’alto tasso occupazionale rispettivamente a Igienista
Dentale (87%), Logopedista (85%), Fisioterapista e Audioprotesista
(’82%), Podologo e Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età
evolutiva (81%).
Di fatto sono tutti profili che operano prevalentemente come liberi
professionisti, oltre che in parte anche come dipendenti pubblici;
si tratta di professioni non toccate quindi dal blocco delle assunzioni
degli ultimi anni nel pubblico impiego.
Con minore tasso occupazionale ci sono i Tecnici di Radiologia
(36%), di Laboratorio (35%), di Audiometria ( 34%) e di Fisiopatologia
cardiocircolatoria (32%), quest’ultimo scende ulteriormente rispetto
al 35% dello scorso anno. Migliora l’ occupazione per laureati
in Infermieristica, che sale dal 67% al 70%, anche se ridimensionata
rispetto a 9 anni fa, quando si attestava al 94% a 6 mesi dalla
laurea. I laureati di Ostetricia rispetto all’occupazione oscillano tra il
47% e il 44% attuale, meno 24% rispetto a 9 anni fa.
Domande di ammissione per Università
Si registra una modesta flessione delle domande da 86.709 a
85.095 (-4,5%),che riguarda quasi tutte le Università. A differenza
di Medicina e Chirurgia in cui l’aumento (+8,3%) è quasi generalizzato,
per le Professioni Sanitarie prevale un calo di domande. Fan-
3
no eccezione una decina di Università come Torino +3,7%, Varese
+2,2%, Trieste +19% (ma alterna con Udine), Modena +11%, Perugia
+2,3%, Chieti +15%, Napoli Federico II +8% e Messina. E’
particolare la situazione dell’Università di Catanzaro che ha avuto
2.323 domande su 567 posti (+ 21%), posti che sono aumentati rispetto
ai 395 dello scorso anno (+43%), e con un rapporto D/P di 4,1.
Sostanzialmente stabili le domande su Brescia, Ferrara, Pisa,
Roma Tor Vergata e Sassari. Mentre sono in calo in tutte le altre
Università, fra cui ad esempio in ordine decrescente: Campobasso
con -28%, L’Aquila -19%, Parma -18%, Palermo -17%, Catania
-11%, Bologna -10, Verona -9%, Padova -6%, e Foggia -9%.
A seguire, fra i grandi Atenei, Milano Statale con un calo di -
1,6% su 4.689 domande per 1.280 posti e D/P 3,7; Roma Sapienza
con -4,4% su 6.583 per 3.323 domande e rapporto D/P di 2, che è il
più basso fra tutte le Università la cui media è di 3,5.
Domande di ammissione per Regioni
Rispetto alla riduzione totale delle domande di –1.614, pari all’
1,9%, ci sono solo 5 Regioni in aumento: Calabria con +21% su
2.323 domande rispetto a 567 posti a bando; che sono aumentati
del +43% rispetto ai 395 dello scorso anno e con un rapporto D/P
di 4,1. Seguono il Friuli Venezia Giulia con +7,2% (da 1.615 dello
scorso anno alle attuali 1.732), Umbria con +2,3% (da 1.155 a
1.181); Lombardia con +1,9% (da 12.545 a 12.784) e Piemonte con
1,1% (da 5.493 a 5.555), con quasi parità di domande sull’ Abruzzo
con +0,1% su 3.194 e sul Lazio con -0,4% su 12.805.
Minime invece le riduzioni delle Università delle altre 8 Regioni:
Sardegna con -0,8% (da 3.186 a 3.159), Campania con -1,1% (da
7.491 a 7.410), Toscana con -2,5% (da 5.524 a 5.384), Liguria con
-3,6% (da 1.949 a 1.873) e Puglia con -4,8% (da 5.802 a 5.5229.
Quindi, Emilia Romagna con -5,7% (da 6.933 a 6.538), Veneto con
-6,9% (da 7.021 a 6.537), Marche con -7,5% (da 1.745 a 1.614) e
Sicilia con -9% (da 8.002 a 7.278). L’Università del Molise ha il calo
maggiore, da 285 a 206, pari al -28% e che si potrebbe spiegare
anche con la riduzione dei corsi da 3 a 2, non essendo stato attivato
il corso per Dietista.
Considerando ora le singole Università, hanno avuto aumento
delle domande le Università di Varese e di Perugia con +2,3%, Torino
+3,7%, Messina +4,6%, Roma Cattolica +7,7 e Napoli Federico
II con +8,1%. Con oltre il 10% di aumento delle domande: Modena
+11%, Chieti +15%, Trieste 19% e Catanzaro +21%.
Le Università che hanno avuto un calo di domande sono:
Campobasso con -28%, L’Aquila -19%, Palermo -17% e Salerno
-11%, Bologna -10% e Foggia -9%. Quindi Verona, Novara e Ancona
-8%, Napoli Vanvitelli -6,5% e Padova -6,3%. Roma Sapienza
-4,4%, Siena -3,7%, Genova -3,6%, Bari -3,4% e Udine. con -2,5%,
seguono con -1.6% Pavia, Milano e Milano Bicocca, e con -1,4%
Cagliari. Quasi in pari le Università di Pisa -0,9%, Ferrara -0,3%,
Roma Tor Vergata -0,1%, Brescia +0,4% e Sassari +0,6%.
Le professioni più attrattive
In media il rapporto D/P rimane stabile al 3,5 come lo scorso
anno per tutti i 22 profili (Tab. 4). Al primo posto si conferma Fisioterapia
con rapporto D/P che sale da 13,7 a 14,1; segue Logopedia
che sale da 9,2 a 10,1; Dietistica da 8,6 a 9,1; Ostetricia da 7,9 a
8,9; quindi Tecnico di Radiologia che passa da 5,4 a 5,3.
Con D/P inferiore a 5: Terapista Neuropsicomotricità da 4,5 a
4,8; Igienista Dentale da 3,3 a 4, Infermiere pediatrico da 2,4 a 3,8
(dovuto alla riduzione dei posti a bando da 283 a 198). Seguono
Tecnico di Neurofisiopatologia con aumento da 3,1 a 3,3; Tecnico
Riabilitazione Psichiatrica da 3,1 a 3,2; Tecnico Laboratorio da 2,5
a 2,6, Podologo e Tecnico di Fisiopatologia Cardiocircolatoria da
2,4 a 2,6 e Ortottista da 2,1 a 2,3; Educatore da 1,7 a 1,8; Tecnico
Ortopedico in calo da 1,9 a 1,7.
Stabili Infermiere con 1,6; Tecnico della Prevenzione 1,5 e Tecnico
Audioprotesista con 1,4. Infine Terapista Occupazionale che
sale da 1 a 1,3; Tecnico Audiometrista stabile a 1 e Assistente sanitario
in calo, da 0,7 a 0,6.
Domande inferiori al posti programmati e a bando
In alcuni casi si rilevano significative riduzioni rispetto al numero
dei posti a bando (Tab. 1): per il CdL di Infermiere a Roma Sapienza
su 2.285 posti a bando sono state presentate 1.732 domande,
Roma Tor Vergata 709 domande su 797 posti e a Firenze 493
domande per 557 posti. Educatore a Roma Tor Vergata, con 36
domande su 50 posti, Terapista Occupazionale a Pavia con 12 su
15. Tecnico Audiometrista con 9 domande su 10 posti a Milano e 4
su 15 a Roma Sapienza. Tecnico Audioprotesista con 109 domande
su 116 posti a Padova, 16 su19 posti a Parma e 17 su 19 a
Roma Cattolica. Tecnico Ortopedico con 8 domande su 9 posti a
Genova, Tecnico di Laboratorio con 16 su 18 a Pavia e Tecnico di
Neurofisiopatologia con 16 su 18 a Roma Tor Vergata.
L’area in cui prevale la bassa numerosità delle domande è quella
della Prevenzione, i CdL per Assistente Sanitario con quasi tutte
le sedi in negativo, 12 domande su 50 posti a Brescia, 22 su 30 a
Milano, 29 su 40 a Padova, 10 su 20 a Bologna, 11 su 25 a Firenze,
2 domande su 30 posti a Roma Sapienza e 14 su 37 a Chieti.
Situazione simile per Tecnico della Prevenzione a Milano con
17 domande su 23 posti, a Pavia con 16 su 23, a Bologna 21 su
24, a Siena 12 su 18, a Perugia 16 su 20 e a Catanzaro 35 domande
su 40 posti.
In 15 Università alcuni corsi sono senza copertura con la prima
opzione su un totale di 25 corsi: Milano Statale con 3 corsi su 22,
Roma Sapienza 3 su 21, Roma Tor Vergata 3 su 19, Pavia 3 su 15.
Seguono Padova con 2 su 16, Bologna 2 su 14, Firenze con 2 su
12. Infine, con 1 corso, Brescia su 11, Genova su 16, Parma su 8,
Siena su 11, Perugia su 7, Chieti su 12 e Catanzaro su 8
Anche se la copertura potrà avvenire per effetto dei ripescaggi
dalle domande di seconda e terza opzione, la bassa richiesta in
prima opzione fa riflettere circa l’opportunità di continuare a mantenere
per il secondo anno consecutivo l’attivazione di alcuni corsi, a
bassa richiesta, per orientarsi invece verso l’accorpamento e la collaborazione
con altre sedi.
Questo sarebbe peraltro in linea con le indicazioni dettate dal
Decreto MIUR del 26 settembre 2013, che al momento sembra trovare
la maggiore ed esclusiva applicazione da parte delle Università
di Trieste e di Udine, a cura di un protocollo d’intesa con la Regione
Friuli Venezia Giulia
Docenti degli insegnamenti professionalizzanti MED/45-50
Continua ad essere insufficiente ed in alcuni casi molto precaria
la presenza di docenti appartenenti allo specifico profilo professionale,
chiamati in ruolo da parte delle Università, che si avvalgono
invece dell’affidamento dell’insegnamento a docenti a contratto.
Sul totale di 371 docenti dei SSD MED/45-50, che fanno parte
dei 10.293 dell’intera area 6 di Medicina (Tab. 3B), solo 50 appartengono
ai Settori specifici dei profili delle professioni sanitarie, pari
al 13%.
Il Settore Scientifico Disciplinare MED/45 comprende 39 docenti
strutturati di cui 33 appartengono alla professione infermieristica;
tuttavia ancora di gran lunga insufficiente considerando i 41 corsi
esistenti distribuiti su 206 sedi.
Nessun ruolo per fra i 132 di MED/46 (Tecniche di laboratorio)
e appena 1 sul SSD MED/49 (Dietistica), mentre sono 3 su 5 in
Ostetricia, 9 su 35 su MED/48 (Riabilitazione) e appena 4 su 99 su
MED/50 (Tecniche mediche applicate).
Procedure sugli esami di ammissione
Con la pubblicazione del Decreto MIUR del 28 giugno 2017 sui
posti assegnati, le Università hanno aperto i bandi nella prima settimana
di luglio in modo da rientrare nella scadenza dei 60 giorni
che devono precedere la data dell’esame di ammissione, il 4 settembre
2017.
Le modalità di elaborazione delle graduatorie da parte delle Università
sono state di due diverse tipologie, in analogia agli anni
precedenti:
- per “punteggio”, con priorità alla classifica generale sulla prova
d’esame e secondariamente alla scelta, favorendo così la possibilità
di sfruttare le seconda e terza opzione.
Riguarda la maggioranza delle 41 Università.
- Per “preferenza”, in cui prevale invece prima la scelta del corso e
poi il punteggio conseguito, sfavorendo le successive opzioni.
Riguarda le 10 Università di Milano Statale, Brescia, Trieste, Udine,
Genova, Chieti, Foggia, Napoli Federico II, Catania e Cagliari.
Situazioni su Infermiere, Ostetrica e Tecnico di Radiologia.
Analogamente agli anni scorsi si riportano solo i dati di queste
3 Professioni in quanto, essendo regolamentate in Collegi e Federazioni
possono fornire dati certi sul numero di scritti, anche se
non sempre corrisponde a quello degli “attivi” ovvero degli occupati.
Gli iscritti sono per Infermiere 425.495, Ostetrica 19.330 e Tecnico
di Radiologia 28.0811. Nel totale per la Federazione IPASVI
sono compresi anche i 10.576 Infermieri Pediatrici e i circa 5.600
Assistenti Sanitarie. Queste 5 Professioni insieme, con quasi 490
mila iscritti, costituiscono il 72% del totale dei quasi 680 mila operatori
delle 22 Professioni (Tab. 4).
Le altre 17 professioni, che insieme sono oltre 191 mila circa,
costituiscono la rimanente parte del 28%, che sono tuttora in attesa
di regolamentazione ordinistica e i cui numeri totali sono una
stima del censimento fatto dalla varie Associazioni. Fra queste, le
più numerose sono (Tab. 7A) Fisioterapista con circa 65.000, Tecnico
di Laboratorio circa 28.000, Tecnico Prevenzione 16.450, Logopedista
11.000 e Igienista Dentale 7.850 e altre 11 Professioni.
Diversamente dai Report che sono stati pubblicati negli anni
scorsi, questa volta si riportano anche i dati relativi ai Potenziali
formativi presentati dagli Atenei al MIUR e le riduzioni che sono
state applicate dal Ministero della Salute, rispetto al fabbisogno
formativo totale nazionale, e dal MIUR nelle fasi di determinazione
dell’offerta formativa totale nazionale e delle ripartizioni per ogni
Regione e singola Università (Tab.11, 13 e 14).
Per meglio apprezzare le differenze e alcune incoerenti sproporzioni,
sia in esubero che in carenza, rispetto agli indicatori demografici,
si riportano sia i valori percentuali suddivisi su ogni Regione
e per ogni Professione che il rapporto dei posti per 1 Milione
di Popolazione (PMP).
Riflessioni sulla programmazione posti AA 2017-18
Quest’anno la definizione dei fabbisogni delle professioni sanitarie
è stato un processo complesso che ha visto un susseguirsi di
riunioni del Tavolo tecnico del MIUR, da giugno ad agosto, sono
stati promulgati 2 Decreti MIUR: 28 giugno e 10 agosto 2017 con
leggere modifiche e integrazioni.
Si è creato in tale percorso un disagio diffuso in quanto emergevano
via via indirizzi nuovi che non erano stati condivisi e che
ignoravano la prassi consolidata utilizzata negli anni precedenti.
Gli elementi che hanno caratterizzato il dibattito del tavolo tecnico
sono i seguenti:
1. la prassi consolidata per arrivare alla determinazione dei posti
totali per ognuna delle 22 professioni si basava su:
Conferma di tutti i posti offerti dalle Università quando pari o
inferiori alle proposte delle Regioni e delle Categorie.
Aumento o riduzione dei posti offerti dalle Università in base
ai fabbisogni proposti da Regioni, Ministero della Salute e Categorie.
Contestualmente alla determinazione nazionale dei
posti, si definiva anche la ripartizione per ogni Regione e Università.
E questa prassi da quest’anno non è stata considerata.
2. Il Ministero della Salute ha avviato un progetto sperimentale ed
europeo di definizione dei fabbisogni per alcune professioni sanitarie,
dalla quale emerge una proiezione per i prossimi 20 anni e la
necessità di modulare gradualmente i fabbisogni, in collaborazione
con Regioni e Professioni. Questo ha portato alla necessità di indicare
riduzioni per quasi tutte le professioni, per 18 su 22, con valori
percentuali diversificati rispetto al Potenziale formativo delle
Università in relazione al totale nazionale (Tabb. 8 A e 9): -39%
su Infermiere Pediatrico, -36% su Tecnico di Radiologia e -34% su
Tecnico di Laboratorio; -35% su Dietista, -30% su Tecnico della
Prevenzione, -23% su Ortottista, -22% su Ostetrica e -19% per Fisioterapista.
Quindi con -15% per i Tecnici Ortopedici, Tecnici di
Neurofisiopatologia e di Fisiopatologia Cardiocircolatoria, -14% per
Igienista. A seguire tutte le altre professioni fra cui Infermiere con il
-1,7%, come da dettaglio per ogni Università (Tab. 12).
3. Il MIUR, nella ripartizione dei posti per ogni Università, ha deciso
di procedere invece in autonomia, considerando soprattutto il potenziale
formativo degli Atenei al quale applicare un taglio lineare
percentuale uguale per tutti gli Atenei, tenendo così in scarsa considerazione
le indicazioni espresse dalle Categorie e dalle Regioni.
4. Le Regioni, o meglio alcune, considerato che gestiscono il Servizio
sanitario regionale e quindi conoscono i bisogni di professionisti
e che finanziano buona parte delle spese per le formazione
professionalizzante di questi Corsi di laurea, si sono sentite espropriate
del loro parere.
5. Anche le Categorie non sono riuscite ad inserirsi in questo nuovo
scenario e ad esprimere/negoziare i fabbisogni da loro evidenziati.
6. come esito di questo processo difficile e controverso sono emerse
alcune scelte che si ritengono critiche:
- assegnare per un Corso di laurea all’Università un numero di
posti inferiori a 10 (30 corsi su 429) rappresenta molti rischi,
prima di tutto la probabilità che il corso non sia di qualità,
l’impossibilità di socializzazione degli studenti, l’eccesso di
mutuazioni con perdita della preparazione specifica, oltre che
rappresentare una diseconomia importante.
Sebbene il Decreto MIUR 987 del 2016 che ha sostituito il
precedente Decreto n. 47 del 30 gennaio 2013, non preveda
più i numeri minimi di riferimento per gli studenti iscritti, ma
soltanto i massimi, in questo caso 75 si ritiene scelta di “buona
Gestione” non attivare corsi con meno di 10 studenti.
- Risultano incomprensibili molte scelte di riduzione-aggiunta
fatte a seguito delle proteste di Regioni, Università e Categorie,
ma in particolare è difficile comprendere numeri elevati di
posti offerti ad alcune Università che non hanno un rapporto
domanda posto favorevole e che hanno i peggiori tassi di occupazione.
- Le Università dovrebbero esprimere un potenziale formativo
negoziato e modulato con incontri con la propria Regione di
appartenenza visto che ovunque si ribadisce l’importanza del
dialogo Università - mondo del lavoro.
Come si è visto però questo non avviene per tutte le Università.
Quelle più virtuose che avevano elaborato con la propria
Regione un fabbisogno equilibrato si sono viste tagliare in
modo lineare i posti.
Come si comporteranno l’anno prossimo ?
Gonfieranno il potenziale formativo per difendere i loro fabbisogni
? e i loro corsi ?
Per concludere la Conferenza dei Corsi di Laurea delle Professioni
sanitarie auspica un confronto più allargato e condiviso per il
prossimo anno e con una maggior trasparenza dei criteri utilizzati,
in modo che ogni soggetto coinvolto possa contribuire per arrivare
ad una definizione di fabbisogni che tenga in equilibrio occupazione
-mercato del lavoro - preparazione culturale di qualità delle professioni
sanitarie.
Ringraziamenti
Si ringraziano per la collaborazione le Presidenze, i docenti e il personale delle segreterie delle Facoltà di Medicina e Chirurgia delle Università
di Ancona (Francesca Campolucci), Bologna (Giuseppe Rana), Brescia (Monica Bonfardini), Catania (Grazia Liotta), Chieti (Roberto Bidinelli),
Firenze (Michele Moraccini), Foggia (Maria Francesca), Genova (Leda Masi), L’Aquila (Giuseppina Molinara), Milano Bicocca (Rosa Tricarico),
Napoli Federico II (Giuseppe Pafundi), Napoli Vanvitelli (Laura Brizzi), Palermo (Francesco Vitale), Pavia (Nicoletta Orifici), Perugia (Catia Dorilli),
Roma Sapienza (Matteo Righetti), Roma Tor Vergata (Rosaria Alvaro) e Trieste (Maura But).
Inoltre, i dati sono stati ottenuti grazie alla relativa pubblicazione sui siti web delle Università di Torino, Novara-Vercelli, Milano Statale, Milano
Humanitas, Milano S. Raffaele, Varese, Padova, Udine, Verona, Parma, Modena, Ferrara, Pisa, Siena, Roma Cattolica, Bari, Campobasso,
Salerno, Catanzaro, Messina, Cagliari e Sassari.